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La storia
La penisola salentina, o "Tacco d’Italia", è una regione che coincide con la parte meridionale della Puglia, tra il mar Ionio ad ovest e il Mar Adriatico ad est, e comprende l’intera provincia di Lecce, quasi tutta quella di Brindisi e parte di quella di Taranto. La sua posizione centrale rispetto al continente europeo ha determinato l’apporto di diversi influssi culturali nel corso della civiltà. Le prime testimonianze della presenza umana ci arrivano dalle numerose grotte che si possono ammirare nel tratto di costa compreso tra Otranto e Santa Maria di Leuca. Furono i messapi il primo esempio di società civile organizzata ad insediarsi in queste zone. La conquista romana, avvenuta tra il 269 a.C. e il 267 a.C., fu un periodo cruciale per la nascita di infrastrutture e di opere pubbliche, nonché l’inizio di una radicale trasformazione del paesaggio e di una completa ristrutturazione dei centri abitati. A seguito della caduta dell’Impero Romano d’Occidente, avvenuta nel 476 d.C., la penisola fu oggetto di saccheggi e razzie da parte di numerose popolazioni barbariche come Longobardi, Saraceni, Ungari e Slavi. Le prime migrazioni bizantine cominciarono intorno alla prima metà del 500 a.C. e interessarono la parte centrale della penisola, reputata più sicura rispetto alle zone costiere. Le testimonianze della presenza bizantina sopravvivono ancora nella lingua grika, caratteristica dei comuni che costituiscono l’attuale Grecia Salentina, e negli usi e costumi della gente che vive in questi luoghi. Nel 1071 si affermò il potere normanno, al quale va riconosciuto il merito dell’istituzione delle Contee di Lecce e Taranto e della rinascita delle arti, mentre fu opera degli Svevi il restauro delle principali opere di fortificazione presenti sul territorio salentino per difenderlo dagli attacchi saraceni e turchi. L’episodio più atroce, tristemente ricordato, fu l’eccidio da parte dei turchi, che entrarono ad Otranto il 14 agosto 1480, di circa 800 persone che rifiutarono di convertirsi alla religione islamica, i cui resti sono ancora conservati nella cattedrale di Otranto. La dominazione spagnola diede impulso alle arti e alla letteratura e a una forma particolare dell’arte barocca, il barocco leccese, favorita dalla presenza in questi luoghi di una pietra particolarmente duttile che permetteva la realizzazione di ogni genere di decoro. Il dominio borbonico segnò un periodo di relativa crescita, anche se la vera ripresa economica del Salento avvenne nel periodo fascista, grazie ad una sapiente opera di bonifica che interessò le zone paludose prossime al litorale orientale, e la realizzazione dell’Acquedotto Pugliese. Il Salento si affaccia su due mari, lo Ionio e Adriatico, e ciò si traduce in un paesaggio variegato, con pianure regolari e coste meno pronunciate nel versante ionico e un territorio più ondulato e irregolare in quello adriatico. Le rocce, di origine calcarea, costituiscono una caratteristica delle zone costiere, in cui si alternano spiagge di finissima sabbia dorata a scogliere affacciate su un mare turchese dalle trasparenze cristalline, che ricorda quello dei tropici. Allo stesso modo la campagna salentina, con i suoi uliveti e gli orti coloriti, regala stupendi panorami e sensazioni di pace assoluta. Molte sono anche le iniziative culturali e folcloristiche che, specie negli ultimi anni, puntano a rivalutare le vicende storiche del Salento, mettendo a contatto visitatori e popolazione locale con un mondo antico ancora molto vivo e presente, fatto di sagre, musica, feste popolari e manifestazioni di ogni genere. È proprio questa libertà di vivere il territorio il punto di forza del Salento, la sua indole a lasciarsi scoprire, la sua vocazione a regalare sorprese che ne fa un patrimonio indiscusso di tutta l’umanità.
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