Gerusalemme - Guide Turistiche

Vai ai contenuti

Menu principale:

Gerusalemme

La storia


Gerusalemme, capitale giudaica tra il X e il VI secolo a.C. e città santa nell'Ebraismo, nel Cristianesimo e nell'Islam, si trova sull'altopiano che separa la costa orientale del mar Mediterraneo dal mar Morto, a circa 60 km a est di Tel Aviv, sull’estremità meridionale dei monti della Giudea, che include il Monte degli Ulivi (Har HaZeitim) a est e il Monte Scopus (Har HaTzofim) a nord-est. L'altitudine della città antica è circa 760 m s.l.m., mente la moderna è percorsa da continui saliscendi.  La Città Vecchia e le sue mura, dichiarate patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, racchiudono in meno di un chilometro quadrato luoghi di grande significato religioso come il Monte del Tempio, il Muro del Pianto, la Basilica del Santo Sepolcro, la Cupola della Roccia e la Moschea al-Aqsa. Gerusalemme è una delle città medio-orientali più interessanti dal punto di vista dei luoghi storicamente rilevanti. La concentrazione maggiore di siti storici e religiosi si trova nella Città Vecchia, circondata dalle mura costruite nel 1538 durante il regno del sultano ottomano Solimano il Magnifico. Il quartiere cristiano, nella zona nord-occidentale, confina a sud-ovest con il quartiere armeno, che sorge oltre la porta di Jaffa; il quartiere cristiano confina a nord con quello musulmano, il quale si estende in un'area compresa tra la porta di Damasco, la porta di Santo Stefano e la Porta Dorata (oggi murata), a est della quale si trovano il Monte degli Ulivi e l'orto del Getsemani. Il quartiere ebraico, compreso tra le sezioni musulmana e armena, occupa il quadrante sud-orientale della Città Vecchia. Così descrisse la città il poeta inglese Byron: «La bellezza di Gerusalemme, nella sua cornice naturale, può essere paragonata a quella di Toledo. La città sorge in mezzo alle montagne, scenario di cupole e torri racchiuso fra mura merlate, arroccato su una spianata rocciosa alta sulla valle incassata. La vista si estende lontano, fino alle colline del Moab, e la conformazione del paese fa pensare a una carta geografica fisica, con i rilievi che salgono in curve regolari, stratificate, e le valli improvvise segnalate da ombre drammatiche. La terra e la roccia riflettono i bagliori dell'opale di fuoco. Tale saggio di disposizione urbana, casuale o studiato che sia, ha dato origine a un'opera d'arte.» Nel corso della sua storia Gerusalemme è stata distrutta e ricostruita due volte ed è stata ripetutamente assediata, conquistata e riconquistata. A seguito della guerra dei sei giorni la parte orientale di Gerusalemme, fino ad allora sotto dominio giordano, fu occupata dallo Stato di Israele; nel 1980 il parlamento israeliano approvò una legge fondamentale (basic law) che proclamava unilateralmente "Gerusalemme, unita e indivisa". Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nella risoluzione 478, ha definito la legge nulla e priva di validità, una violazione del diritto internazionale e un serio ostacolo al raggiungimento della pace in Medio Oriente. All'interno di Gerusalemme è possibile identificare la città antica, circondata ancora oggi da mura difensive con camminamento perimetrale e passaggi obbligati (Porta Nuova, Porta di Damasco e Porta di Erode a nord; Porta dei Leoni e Porta d'Oro murata sulla fiancata della Spianata a est; Porta del Letame e Porta di Sion a sud; Porta di Giaffa a ovest) posta su quattro colline: a nord-ovest c'è  il monte Golgota, che con una propaggine meridionale detta "sperone centrale", si insinua tra la valle del Tyropoeon e la valle trasversale. Lo sperone centrale è stato, fin dai tempi antichi, sede di mercato, difeso dalle Mura di Manasse nel 650 a.C. circa. Il Golgota, allora fuori dalle mura, era usato dai Romani per le crocifissioni. A nord-est un complesso collinare che, col rilievo di nord-ovest, fu compreso nelle mura della città in epoca romana, sotto Vespasiano, prendendo il nome di "Città Nuova". A sud-ovest c'è una grossa collina (detta "di Gareb") che raggiunge i 770 m s.l.m., le cui falde meridionali e occidentali costituiscono la valle della Geenna, il cui punto più basso è alla confluenza col Cedron. A nord si trova la valle trasversale che divide la collina di Gareb dai promontori settentrionali. In questa fu costruito l'acquedotto superiore (V-VI secolo a.C.), che portava le acque alla piscina di Migdal o Amygdalon.  A sud-est si trova il complesso Sion-Ophel-Moria, un rilievo a forma di clava con asse nord-sud, la parte più grossa e alta (raggiunge i 750 m di altitudine) rivolta a nord. È individuato dalla valle del Cedron sul lato est, e dalla valle centrale del Tyropoeon a ovest. Sion, la parte più bassa, è il nucleo originario della città. L'Ophel, spesso chiamato "Sion" per estensione del termine, è il nome dato al pendio che sale al monte Moriah, dove è situata la spianata delle moschee o spianata del Monte del Tempio. Sebbene Sion e Ophel costituissero il nucleo originario, attualmente si trovano al di fuori delle mura che individuano la cosiddetta città vecchia. Mea Shearim è uno dei più antichi quartieri gerosolimitani al di fuori delle mura della città vecchia, famoso per essere il quartiere dove vivono soltanto membri della comunità haredi. Le origini di Gerusalemme risalgono all'età della pietra, ma viene menzionata per la prima volta in alcuni testi egiziani dei primi secoli del II millennio a.C. La città fu occupata dal clan amorrita dei Gebusei (1000 a.C. circa) fino alla conquista ebraica da parte di re David, il quale ne fece la capitale del suo regno, fece costruire sull'acropoli una reggia e ordinò la ricostruzione delle mura di cinta. Successivamente il re Salomone fece erigere al posto della reggia il tempio di Dio; quest'ultimo fu distrutto nel 586 a.C. a seguito della violenta invasione dei Babilonesi guidati dal re Nabucodonosor che saccheggiarono la città e deportarono la popolazione a Babilonia. Rientrati in patria dopo l'editto di Ciro del 538 a.C., i Giudei ricostruirono il Tempio; più tardi Neemia elevò nuovamente le mura. Nel 331 a.C. Gerusalemme venne occupata da Alessandro Magno e in seguito occupata dai Tolomei d'Egitto sino al 198 a.C., quando cadde sotto il dominio dei Seleucidi di Siria. Questi ultimi invano cercarono di ellenizzare la città, anzi provocarono la famosa rivolta ebraica dei Maccabei che, nel 165 a.C., si risolse con la vittoria di questi ultimi, l'instaurazione della dinastia degli Asmonei e il ritorno a una sovranità ebraica, destinata a durare fino alla conquista (63 a.C.) da parte di Pompeo. Con la conquista romana Gerusalemme fu consegnata a Erode che la ricostruì secondo i criteri urbanistici greco-romani e fece ampliare il Tempio. Sotto il governatorato di Ponzio Pilato vi fu crocifisso Gesù, molto probabilmente sul monte Golgota. I fermenti religiosi provocarono due gravissime rivolte nella città, la prima delle quali si protrasse dal 66 al 70, e per sedarla fu necessario l'intervento delle legioni comandate da Tito; quest'ultimo, soffocata la rivolta, distrusse la città e il Tempio; la seconda insurrezione, comandata da Simon Bar Kokheba nel 132, permise agli Ebrei la riconquista di Gerusalemme, seppure per breve tempo: i Romani infatti mobilitarono rapidamente le truppe di stanza al confine ed eliminarono ogni resistenza ribattezzando la città col nome di Aelia Capitolina e trasformandola in colonia romana. L'imperatore Costantino I e i suoi successori fecero restaurare e abbellire i luoghi legati alle storie evangeliche ed erigere la prima chiesa cristiana, la Basilica del Santo Sepolcro. Nel 614 Gerusalemme fu conquistata dai Persiani sasanidi di Cosroe II che sconfissero Eraclio I, fecero strage della popolazione e s'impadronirono della reliquia della Vera Croce; la città fu riconquistata dallo stesso Eraclio I nel 628. Nel 638 la città si arrese al califfo ʿUmar ibn al-Khaṭṭ
āb e restò amministrata dai Califfi omayyadi di Damasco e da quelli abbasidi di Baghdad. Nel 972 fu conquistata dagli Imām/califfi ismailiti fatimidi ma nel 1071 essa fu presa dall'avventuriero turco Atsïz ibn Uvak, costretto presto a chiedere l'aiuto del selgiuchide Malik Shah I per evitare la reazione dei Fatimidi. Lo ottenne, senza però poter evitare di essere ucciso nel 1079 dal sultano. Il califfo fatimide Al-Hakim oppresse duramente gli abitanti cristiani e distrusse numerose chiese, fra le quali la basilica del Santo Sepolcro, suscitando lo sdegno in Occidente. Nel confuso quadro istituzionale creato dalla guerra civile tra i vari pretendenti selgiuchidi, a seguito della morte del sultano Malikshāh a fine 1092, i Fatimidi riuscirono a riprendere la città e i territori che da essa dipendevano. Fu quindi una guarnigione fatimide a tentare inutilmente di difendere la Città Santa dall'assedio vittorioso dei Crociati che, nel 1099, se ne impadronirono massacrando la popolazione musulmana ed ebraica, e quindi erigendola a capitale del loro Regno di Gerusalemme. Poco prima, nel 1077, la popolazione di Gerusalemme aveva già subito un feroce massacro da parte dei conquistatori turchi. Nel 1187 fu riconquistata dai musulmani di Saladino e da quel momento fu sotto la dominazione musulmana degli Ayyubidi e quindi dei Mamelucchi che però, nel 1516, furono sconfitti dal sultano ottomano Selim I, che la annesse al suo Impero, allora esteso fino alla Siria e all'Egitto. Il dominio ottomano della città durò fino al novembre del 1917, allorquando fu occupata dai britannici comandati dal generale Edmund Allenby, cui partecipò anche un contingente italiano. Con il trattato di Versailles, la città fu dichiarata capitale del Mandato britannico della Palestina. Nel 1949, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò l'internazionalizzazione di Gerusalemme, sotto il controllo dell'ONU per favorire la convivenza di cristiani, musulmani ed ebrei. La componente ebraica pre-israeliana accettò il piano generale di partizione della Palestina in due Stati, uno ebraico e uno arabo, mentre la componente araba palestinese e il resto del mondo arabo e islamico lo respinsero. Entrambe le parti non erano tuttavia disposte in alcun modo a rinunciare alla Città Santa e per questo le forze ebraiche e quelle arabe giordane della Legione araba occuparono Gerusalemme: le prime il settore occidentale della città e le seconde la sua parte orientale. Nel dicembre 1949 Gerusalemme fu proclamata capitale del nuovo Stato israeliano, che nel mese successivo vi trasferì gli uffici istituzionali. Nel corso della guerra dei sei giorni gli israeliani occuparono il settore giordano, suscitando la condanna da parte dell'Assemblea generale dell'ONU. Con un decreto approvato dal Parlamento israeliano (Knesset) si dichiarò, il 30 luglio del 1980, l'ufficiale annessione del settore giordano e la proclamazione di Gerusalemme capitale "unita e indivisibile" di Israele. Tale proclamazione tuttavia suscitò il malcontento non solo degli arabi, ma anche della gran parte delle diplomazie mondiali, a causa del timore che il riconoscimento di tale status legittimasse l'uso della forza nella soluzione delle controversie internazionali. Lo status internazionale di Gerusalemme rappresenta un problema nodale complesso e di difficile risoluzione nel quadro dei conflitti arabo-israeliani. Svariati tentativi sono stati fatti negli ultimi decenni per definirne lo status giuridico internazionale, tramite risoluzioni ONU e negoziazioni fra le parti, nessuno dei quali ha portato finora ad alcun esito definitivo. La sovranità territoriale di Gerusalemme è attualmente rivendicata sia da Israele sia dal popolo palestinese in modalità finora inconciliabili. La varietà di composizione della popolazione della città, luogo di culto delle tre religioni abramitiche, la sua peculiarità storica e l'importanza di luoghi considerati patrimonio dell'umanità rendono la ricerca di una soluzione ancora più complessa, chiamando in causa, oltre ai leader dei due popoli e agli organi internazionali, anche altri soggetti tra cui la Santa Sede. Israele, dal 1967, ha il controllo de facto dell'intera Gerusalemme, inclusa Gerusalemme Est; per consolidare tale controllo le autorità israeliane hanno messo in campo una serie di politiche urbane volte contemporaneamente a favorire la costruzione di quartieri ebraici nei territori occupati di Gerusalemme Est (nel 2008 in questi quartieri risiedevano circa 195.000 ebrei), e a ostacolare l'espansione urbana dei quartieri arabi. Israele rivendica sull'intera Gerusalemme la piena sovranità - e ne ha affermato per legge fondamentale lo status di capitale "completa e indivisa". Il popolo palestinese, tramite i suoi rappresentanti, rivendica una parte o la totalità di Gerusalemme (in arabo al-Quds, ossia "la Santa") come capitale del futuro Stato palestinese. La maggior parte dei membri dell'ONU e delle organizzazioni internazionali non accetta né che Gerusalemme sia capitale di Israele, né l'annessione a Israele di Gerusalemme Est. La maggior parte delle ambasciate si trova nel distretto di Tel Aviv. Secondo lo studioso Stephen Zunes la "comunità internazionale" in generale non avrebbe accettato di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. Il ministero degli esteri israeliano in proposito afferma come sia "la maggioranza degli stati" a non aver accettato di riconoscere a Gerusalemme lo status di capitale. Recentemente (maggio 2007), in occasione dei festeggiamenti per il quarantesimo anniversario della riunificazione della città, ha creato sconcerto nel mondo politico israeliano l'assenza di rappresentanze diplomatiche alla cerimonia di Stato. Il primo a declinare l'invito fu l'ambasciatore tedesco, seguito da quello statunitense. Il sindaco Lupolianski reagì rifiutando la necessità di un riconoscimento internazionale, mentre membri della Knesset auspicarono che lo status di capitale potesse essere riconosciuto in futuro. I tentativi di dare uno status definito alla città risalgono al periodo che seguì la fine del mandato britannico della Palestina. Il regime internazionale originariamente previsto dall'ONU per la città di Gerusalemme (corpus separatum), ideato nel quadro del Piano di partizione della Palestina del 1947, non fu mai realizzato e venne abbandonato negli anni seguenti. Dal 1948 al 1967, a seguito dell'assedio della città vecchia da parte della Legione Araba, sfociato nell'espulsione della popolazione ebraica dalla stessa, la città fu separata tra Gerusalemme Est, inclusa la città vecchia più alcuni quartieri orientali minori con sovranità giordana, e Gerusalemme Nuova con sovranità israeliana. Israele acquisì il controllo dell'intera città in seguito alla guerra dei sei giorni del 1967. La città fu proclamata capitale di Israele nel 1950 e designata in seguito come tale nella legislazione israeliana il 30 luglio 1980, data di promulgazione della Jerusalem Law. Tali proclamazioni sono state condannate da Risoluzioni ONU e sentenze di corti internazionali, poiché la città di Gerusalemme comprende territori non riconosciuti come israeliani dal diritto internazionale. La Corte internazionale di giustizia ha confermato nel 2004 che i territori occupati dallo Stato di Israele oltre la "Linea Verde" del 1967 continuano a essere "territori occupati" e dunque con essi anche la parte est di Gerusalemme. Il 7 ottobre 2002 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la Risoluzione 1322 (2002) confermando le precedenti Risoluzioni 476 e 478 del 1980, 672 del 1990 e 1073 del 1996 e "tutte le proprie altre Risoluzioni rilevanti". La Corte internazionale di giustizia in una sua opinione ufficialmente espressa nel 2004 ha confermato la validità di tali risoluzioni, in particolare della Risoluzione 478, affermando come sia (Ris. CdS 476) "inammissibile l'acquisizione di territorio con la forza" e che tutte le misure amministrative e legislative intraprese da Israele e volte ad alterare lo status di Gerusalemme, inclusa la "legge base" Israeliana che dichiara Gerusalemme quale propria capitale, costituiscono una "violazione del Diritto internazionale". Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha richiamato tutti i membri ONU a "(a) accettare tale decisione e (b) a ritirare le proprie missioni diplomatiche presso Israele che fossero presenti a Gerusalemme". Tale ritiro è effettivamente avvenuto, anche di quegli Stati che avevano proprie ambasciate presso Israele a Gerusalemme. Nella cartografia ONU, non è attualmente indicato alcun centro quale capitale d'Israele (Vedi: mappa di Israele, mappa del Mediterraneo sudorientale, mappa del Medio Oriente. Tutti gli Stati che hanno rapporti diplomatici con Israele mantengono le proprie ambasciate fuori da Gerusalemme, in genere a Tel Aviv o nelle immediate vicinanze. Nel 2006 gli unici due Stati che avevano l'ambasciata a Gerusalemme, il Salvador e la Costa Rica, hanno notificato al governo israeliano la decisione di spostare le proprie rappresentanze diplomatiche verso Tel Aviv. Successivamente a tale notifica il Salvador l'ha spostata a Herzliya Pituach (un sobborgo di Herzliya che prende il nome da Theodor Herzl) e la Costa Rica a Ramat Gan (un sobborgo di Tel Aviv). Il Congresso degli Stati Uniti ha richiesto da diversi anni lo spostamento dell'ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme, ma nessuno dei governi succedutisi ha messo in atto la decisione. Su 83 ambasciate presenti nel 2008 in Israele, 64 (77%) si trovano a Tel Aviv, 10 (12%) a Ramat Gan (città presso Tel Aviv), 5 (6%) a Herzliya (città presso Tel Aviv), 2 (2,4%) a Herzliya Pituah (sobborgo marino di Herzliya), 2 (2,4%) a Mevaseret Zion (un insediamento israeliano retto da un Local council, ente amministrativo territoriale - ve ne sono 144 in Israele - simile in struttura a un municipio, ma non ancora tale, non raggiungendo la popolazione minima necessaria per esserlo secondo la legge israeliana; si trova nel Distretto di Gerusalemme, a circa 10 km dalla città di Gerusalemme, lungo l'autostrada che la collega a Tel Aviv). In totale, 81 ambasciate su 83 (97,6%) si trovano nel Distretto di Tel Aviv e solo due (Paraguay e Bolivia) in quello di Gerusalemme, ma fuori dalla città di Gerusalemme. Oltre ai pronunciamenti in sede internazionale, particolarmente esplicita è la posizione ufficiale britannica su Gerusalemme, che in proposito afferma come non sia possibile nessun riconoscimento, e che lo status definitivo della città sarà oggetto di negoziati. Nel 1995 il Congresso statunitense tentò di imporre all'amministrazione un riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele; l'entrata in vigore del provvedimento è stata però rimandata dai vari Presidenti fino al 6 dicembre 2017, quando Donald Trump ha dichiarato il trasferimento dell'Ambasciata USA nella Città Santa argomentandola come una scelta "necessaria per la pace".


Questa guida è a pagamento sul Play Store di Google clicca qui per informazioni.


 
Torna ai contenuti | Torna al menu