Benevento - Guide Turistiche

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Benevento

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Benevento si trova nell'entroterra appenninico campano, nella regione storica del Sannio, in una posizione quasi equidistante dai mari Tirreno e Adriatico. La città è adagiata in una conca circondata da colline; a ovest in particolare, oltre la Valle Vitulanese, si trova il massiccio del Taburno Camposauro, le cui cime, viste dalla città, disegnano la sagoma di una donna distesa detta la "Dormiente del Sannio". Dalla parte più alta della città si possono scorgere inoltre le cime del Monte Mutria del Matese a nord-ovest, del Partenio con il monte Avella a sud e le appendici dei monti Dauni a est. Benevento è attraversata da due fiumi: il Calore, affluente del Volturno, e il Sabato, che confluisce nel Calore, poco a ovest del centro cittadino.   Il clima ha tratti   continentali rispetto alla fascia costiera napoletana, con temperatura media annua di 15,8 °C. La temperatura media del mese più freddo (gennaio) è 7,1 °C, quella del mese più caldo (agosto) è di 24,7 °C. In inverno le piogge sono relativamente frequenti, così come nebbia e brine, mentre la neve è scarsa. Secondo la leggenda   Benevento sarebbe stata fondata dall’eroe greco Diomede, sbarcato in Italia dopo la distruzione di Troia, e avrebbe riservato per la città una zanna del mitico Cinghiale Calidonio (simbolo di Benevento) ucciso da suo zio Meleagro. Una moneta del IV secolo a.C., recante l’emblema del cavallo e la scritta Malies, avvalorerebbe la tesi dell'origine greca, in quanto il cavallo era il simbolo di Diomede. In realtà, furono gli Osci a fondare Benevento, seguiti dai Sanniti. Il termine e Malies (o Malocis), nome probabilmente osco o sannita, sarebbe all'origine del primo nome della città che era Maloenton, da cui quello latino di Maleventum o Maluentum. A tal proposito è interessante sottolineare che secondo lo studio linguistico dei toponimi, la radice *Mal- (con possibile significato di "pietra") non sarebbe riconducibile ad una radice indoeuropea, per questo motivo si ritiene che questo toponimo (ricorrente in molti luoghi in Europa e in particolare in Italia), sia un lascito della lingua parlata prima dell'arrivo di questi popoli in età neolitica.  Il nome Maleventum compare nel 314 a.C.  a proposito della prima guerra sannitica, riferito a un fiorente centro del Sannio Meridionale, uno dei principali della tribù degli Irpini. Nei suoi pressi, le legioni di Papirio Cursore e di Bibulco sconfissero, nel corso della seconda guerra sannitica, le truppe sannitiche. Nelle vicinanze della città, nel 297 a.C., il console romano Publio Decio Mure, avrebbe sconfitto durante la terza guerra sannitica gli Apuli, impedendo loro il ricongiungimento con i Sanniti. Nel 275 a.C., i Romani vinsero Pirro, venuto in Italia con i suoi elefanti: questo fatto si dimostrò fondamentale per lo sviluppo della città. Per assicurarsi il possesso di Benevento, vennero dedotti nel 268 a.C. il primo stanziamento di coloni romani con diritto latino. A quest'epoca risale il nome di Beneventum, mutato da Maleventum, considerato di cattivo augurio. Durante la seconda guerra punica, vennero combattute due battaglie decisive: nel 214 a.C. il generale cartaginese Annone fu sconfitto da T. Gracco; nel 210 a.C., il campo di Annone venne assalito e preso dal console Q. Fulvio. Nel 209 a.C. fu una delle diciotto colonie latine a somministrare contingenti di uomini e denaro per continuare la guerra. L'importanza della città crebbe con la realizzazione della via Traiana, nuovo tracciato della via Appia. Nell'86 a.C., i Romani la elevarono al rango di municipium. Verso la fine della Repubblica, Benevento era una delle città più floride del Meridione. Augusto, nel 42 a.C., vi deduce una nuova colonia, mentre da Nerone viene dedotta una terza colonia, che prende il nome di Concordia, come è documentato anche nelle iscrizioni del regno di Settimio Severo: Colonia Julia Augusta Concordia Felix. Adriano poi la unì alla Campania. Benevento trasse particolari benefici dall'essere situata su un'importante arteria di comunicazione quale era al tempo la via Appia. Traiano la scelse quale punto di partenza per la via che prese il suo nome. Fu così che per tutto il III e IV secolo d.C. la città prosperò in modo particolare, arricchendosi di numerosi e splendidi monumenti. In quel periodo fu la città più popolosa del Meridione dopo Capua. Sede vescovile a partire dal IV-V secolo, fu quasi interamente distrutta da un terribile terremoto nel 369 d.C., segnando il suo lento e inesorabile declino, favorito anche dalla crisi dell'Impero romano d'Occidente. Nel 410 d.C., subì l'invasione dei Visigoti e nel 455 quella dei Vandali. Poco tempo dopo, si verificò la caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Nel 490 d.C. fu presa dai Goti, nel 536 o 537 liberata da Belisario e nel 545 conquistata e saccheggiata da Totila. Nel 571 i Longobardi vi fondarono il ducato di cui Zottone fu il primo duca fino al 591. L'ultimo fu Arechi II, genero di re Desiderio, dal 778 al 787. Protetto dalla sua grandezza, dalla situazione appartata e dalle difficoltà di portarvi e sostenervi guerra, il ducato si mantiene incolume davanti alla minaccia dei Franchi e lo stesso Carlo Magno fu costretto ad arrestarsi ai suoi confini. Nell'840, dopo la morte violenta di Sicardo, il dominio fu diviso nei due principati di Benevento e Salerno e nella contea di Capua. Seguì la serie dei principi indipendenti di Benevento da Radalgisio a Landolfo VI.  Il principato finì nel 1053 con la battaglia di Civitate e la presa di Benevento da parte di Riccardo I di Aversa e Roberto il Guiscardo. Nel 1077, Enrico III la cedette alla Chiesa. Fu per qualche anno in mano ai Normanni (1078 - 1081), rimanendo poi per secoli un'enclave pontificia nel Regno di Napoli, governata da rettori papali, pur fra alterne vicende: vi furono infatti tentativi di conquistarla da parte di Federico II e Manfredi di Svevia, che qui rimase ucciso in una battaglia contro Carlo I d'Angiò. Fu sottratta alla Chiesa durante le lotte tra Angioini e Aragonesi. Nel 1458, papa Callisto III, alla vigilia della sua morte, crea il nipote Pedro Luís duca di Benevento, infeudazione illusoria, in quanto la città è saldamente tenuta da re Ferrante. Alessandro VI, per non essere da meno, confermando a Federico d'Aragona l'investitura del regno di Napoli, nel 1497 l'ottiene per il figlio Giovanni, già duca di Gandia, principe di Tricarico, conte di Garinola e di Claromonte, nonché Gonfaloniere della Chiesa. Benevento fu poi turbata dalle lotte intestine sorte tra le fazioni di Castello e quella della Fragola (Fravola), concluse con la pace del 1530. Nel Seicento, però, pestilenze, carestie e terremoti annientarono gli sforzi compiuti e impoverirono sempre più la città. Benevento ritrova serenità sotto il papa, salvo un breve assedio operato dagli spagnoli dal 4 settembre al 28 settembre 1633.  Nel 1688 fu distrutta da un terremoto. Si salvò dalle rovine del suo palazzo il cardinale arcivescovo Orsini, il futuro Benedetto XIII, che non solo ricostruì la città, ma ne incrementò tutte le attività. Nel 1702, Benevento fu però colpita da un nuovo cataclisma e il Pastore non desisté dalla sua opera, tanto da essere celebrato come Alter Conditor Urbis ("nuovo fondatore della città"). Con l'arrivo in Italia di Napoleone Bonaparte nel 1798, Benevento fu dapprima occupata da Ferdinando IV di Borbone. In seguito, Napoleone la fece sede di un nuovo principato, retto dal Talleyrand (1806). Tornata alla Chiesa con la Restaurazione, nel 1860 i garibaldini di Salvatore Rampone la sottrassero al dominio pontificio, e fu così annessa al nascente Regno d'Italia. Cominciava così una nuova vita per la vetusta città, che riprendeva nel Mezzogiorno d'Italia la sua funzione, sviluppandosi notevolmente nel suo complesso urbano ed abbellendosi di edifici interessanti e di bei monumenti, progredendo nell'agricoltura, specie nella coltivazione dei tabacchi e dei cereali, nelle industrie dolciarie, meccaniche, dei liquori, del legno, dei laterizi, nei suoi floridi commerci, nelle istituzioni assistenziali e culturali. Nel secondo conflitto mondiale la cittadinanza diede tale prova di coraggio e di abnegazione, da meritare la Medaglia d'Oro al Valor Civile (15 giugno 1967). La città fu bombardata dagli Alleati nel 1943: duemila abitanti morirono e oltre la metà della città rimase distrutta. Solo il 2 ottobre 1943 gli americani entrarono nella città. Ingenti danni furono poi causati da un'alluvione nel 1949. Da allora ad oggi Benevento si è notevolmente espansa, ed è tuttora oggetto di grandi interventi di riqualificazione.


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